Inc. IV.758

Il primo salterio, stampato in Italia, fu quello di Giovanni Crastone impresso a Milano nel 1481. Il secondo fu quello stampato a Venezia dai padri cretesi Laonico e Alessandro nel 1486 (Inc. Chig. IV. 1923). Nella città lagunare, luogo di incontro dei primi tipografi d’oltralpe, videro la luce i più antichi libri sacri e liturgici impressi in caratteri latini e greci. Essi rappresentavano l'interesse di allora per le lingue in quanto tali e in quanto strumenti di conoscenza. Con la diffusione della stampa,  il testo religioso – noto maggiormente come il libro dei salmi – circolava separatamente dal testo biblico. L’opera era destinata sia al vasto pubblico dei membri della comunità greca di Venezia sia potenzialmente ai greci della madrepatria e della diaspora. L’ampia divulgazione fu promossa dalla bottega dell’editore “illuminato” Aldo Manuzio, antesignano del commercio librario di altissima qualità editoriale. Il salterio greco, pubblicato nel 1498, rappresenta infatti uno dei più eleganti esempi della stampa a caratteri corsivi greci tipica della bottega di Manuzio. La cura del volume fu affidata a Giustino Decadio, fidato collaboratore di Aldo. Il titolo è indicato nell’occhietto. I dati tipografici sono indicati nel colophon. L’opera fu prodotta con inchiostro in rosso e nero steso a piena pagina su 20 linee di testo. L’incipit è inquadrato in una cornice xilografica in bianco e nero, ripetuta all’inizio della II parte dell’opera, presenta motivi vegetali, geometrici e antropomorfi. L’opera contiene i 150 salmi suddivisi in venti sezioni. Le sezioni si concludono con eleganti fregi xilografici. Le iniziali sono xilografiche. Queste prime decorazioni a stampa resero l’edizione un modello al quale si ispireranno gli stampatori del secolo successivo.

Psaltērion. En enetíais: egraphē en oikeia Aldou tou manoutiou, [non dopo il 1 ottobre 1498]

[150] c. : xil. ; 4°

BAVI P-506; ISTC ip01033000; GW M36248

 

Copia BAV Inc.IV.758: La copia fa parte del Fondo Incunaboli. La legatura, non coeva, è  in pergamena rigida con tracce di tenoni. Presenta note di possesso per mano di Bartolomeo Squassi, libraio ducale e cartaio attivo a Venezia.